martedì, marzo 25, 2008

Mi astengo

Alle prossime elezioni del 13-14 aprile Van der Blogger non vota.

A presto

martedì, marzo 11, 2008

Come il whiskey

Ormai gli capitava sempre più spesso. Iniziava pure a piacergli, di tanto in tanto. Stare in giro a zonzo per la città. Quella città che ormai di giorno non riconosceva più, tanto era abituato a viverla di notte. Tra locali, musica, amici, conoscenti, ottimi drink. E poi quelle passeggiate senza meta… percorso sempre diverso.

Amava guardare, osservare la gente. Come si vestiva, cosa mangiava, cosa beveva, di cosa parlava. Insomma, gli piaceva proprio capire la gente. E poi amava fare dei giochini. E poi amava. Il suo gioco preferito era provare ad immaginare cosa avrebbe fatto lui al posto della persona che osservava. Stupido o no, era un passatempo che gradiva parecchio.

Forse sopravvalutandosi, si considerava una specie di sociologo dai metodi terra terra, ma dagli ottimi risultati. Credeva di conoscere bene i vari tipi di gente. La cosa sembrava convincere, oltre lui, pure molti fra i suoi amici. Tutti a chiedergli consigli. Cosa dico a lei? Cosa faccio? Che ne pensi di lui? Bla. Bla. Bla. Ormai erano tutti convinti sulle sue capacità di capire la gente, anche se ad un giudizio obiettivo magari era vero il contrario; ma non importava a nessuno.

Commetteva però un grande errore, non indagava abbastanza su se stesso. Fu così, che una sera accadde. Una sera trascorsa in compagnia, numerosa e molto piacevole. Uno sguardo, quattro chiacchiere, un pugno allo stomaco. Ed era un pugno che faceva male, e bruciava. Perché era il preludio di qualcosa che non poteva andare.

Lui lo sapeva e sperò di poter digerire tutto in fretta e ritornare ai soliti giochini. Quelli che coinvolgono gli altri, senza dover scomodare le sue vocine interiori. Quei giochini che amava perché non facevano male, tutt’al più era male altrui e magari si offriva di fasciare delle ferite. Ma rimaneva dolore estraneo al suo essere.

Mentre pensava a come dimenticare, a come tornare alla normalità, si ritrovò, senza accorgersene, a fare di tutto per poter ricevere un altro pugno quella sera, dallo stesso braccio, forte e deciso. Era come il whiskey, bruciava, non faceva bene, ma cominciava a piacergli.

giovedì, marzo 06, 2008

Sogni d'oro...

Voglio iscrivermi all'Università, solo che per farlo stavolta non basta la buona volontà, è un fattore economico, di soldi. Ora vi spiego meglio.

Io in questo momento mi dedico a 2 attività: in ordine di importanza, musica e lavoro.

Per la musica innanzitutto studio sia la batteria che il basso. Sono complessivamente 150 eurozzi circa al mese, spesa che i miei mi aiutano a sostenere. E poi suono. Il basso con i Boanerges (comprate il cd), la batteria con i Supravires, con una formazione blues ancora senza nome. Ci sono in ballo altri progetti, tra cui uno beatbox e voci in cui io dovrei rappare. Quest'attività al momento non rappresenta un entrata, ma solo uscite per affittare di volta in volta la sala prove.

Per il lavoro... sono impiegato presso l'azienda di mio padre e soci, lavoro part time, guadagno poco (meno di quando tu stia ragionevolmente pensando, ma non è una lamentela, Papi...). Ma quel poco mi aiuta a mantenere le mie (poche) spese fisse, per il resto me la cavo in quanto amabile bamboccione.

Ora per potermi iscrivere all'Università dovrei abbandonare una delle 2 attività. Cosa? No, no, la musica non si discute... anche se fossi sotto un ponte non la lascerei, non ora, non con la voglia e la fame che ho.

Quindi dovrei lasciare il lavoro. Ma come mantenere le mie spesucce? Semplice, potrei fare soldi con la musica. Non me ne servono poi così tanti. Basterebbe qualche serata pagata il giusto qua è la...

Quindi se da qui a settembre riesco a realizzare questa cosa, mi iscriverò all'Università (lasciando però scienze della comunicazione, che è un vicolo cieco).

Mentre io mi arrovello fra queste questioni e navigo su internet per dimenticare (non ho i soldi per bevande altamente alcoliche) mi imbatto in questo sito: questo ragazzo Olandese, Yde Van Deutelkom, di 22 anni è un GENIO.

Sta tutto il giorno sul suo letto. Dorme, legge, gioca, naviga, guarda la tv. Tutto dal suo letto. Si alza solo per andare in bagno, lavarsi e mangiare. Tutto ciò viene ripreso da un webcam piazzata in camera sua... Sul suo sito le visite si fanno parecchie. Così ci sono aziende disposte a pagargli uno spazio pubblicitario.

Morale della favola: in 22 giorni ha già guadagnato più di 8.000 dollari. Io un anno di lavoro part time non ci arrivo.

Lui è un genio... io un bamboccione sognatore. Con una solo differenza...
Nessuno mi paga per sognare.