lunedì, novembre 06, 2006

Nessuno tocchi Saddam

Il caso Hussein è uno di quelli che non può lasciare indifferenti. L'ex Rais è stato condannato all'impiccagione per il genocidio curdo. Umanamente verrebbe da dire che la sentenza è giusta , che merita di morire.

Ma se ci ragiono non posso condividere una condanna a morte. Una vita deve cessare come punizione per averne spente tante altre, sarebbe un'ottimo, il minimo, contrappasso. Ma in ciò che percepisco come diritto, la pena di morta non riesce a trovare posto.

E' pur vero che spesso chi commette crimini efferati tornerà in libertà, ma secondo me la pena di morte non è l'unica via per evitarlo. Un ergastolo in regime di carcere duro, magari con lavori forzati. Ma la morte no.

Oltre al problema etico religioso per cui disapprovo la pena capitale c'è anche un'altra questione. Non mi pare che dove la pena di morte sia applicata, essa funga da deterrente.

Per me è difficile difendere il diritto alla vita di un mostro, ma mi sento di doverlo fare. A patto che venga garantito che mai un mostro del genere rivenga messo in libertà, anche se vigilata.

3 commenti:

Massimo ha detto...

E' quella garanzia che manca. Non solo, ma la prigionia di Saddam, quante vite stroncherà ? Sì, perchè non si può immaginare che il tiranno se ne stia tranquillo nella sua prigione (che sarà tra l'altro dorata,con tutti i confort possibili e sotto l'attenta supervisione delle verginelle buoniste che starnazzerebbero al primo biscotto sottratto al despota in ceppi) senza che qualche fanatico seguace non cerchi di liberarlo, con la forza, cioè ammazzando quelle povere guardie che dovranno sorvergliarlo.
Allora per risparmiare la vita di un farabutto ne mettiamo in pericolo decine, centinaia ?
E senza la garanzia che, prima o poi, i tentativi di liberazioni non vadano a buon fine ?
Per non parlare della proiezione di debolezza che verrebbe data se Saddam non venisse giustiziato.
La pena di morte è una scelta che non può essere rifiutata a priori. E nel caso di Saddam non vi sono neppure dubbi di un errore giudiziario.

Anonimo ha detto...

Siamo sulla stesas linea d'onda, come puoi leggere nel mio ultimo post.
Non posso riconoscere un tribunale che decide sulla vita di un altro uomo, per quanto risulti la pena più giusta.
Va contro il mio principio di gisutizia.

EbonIvory ha detto...

Condivido il pensiero di Van